Lo studio pubblicato in questi giorni sulla rivista internazionale Antioxidants condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti non lascia spazio a nessun dubbio: il peperone dolce di Altino detiene il primato tra le diverse varietà del territorio vantando proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, con effetti protettivi nei confronti della iperplasia prostatica. Un prodotto di qualità, dunque, che fa bene alla salute.
Dove viene prodotto il peperone dolce
Altino è un piccolo paese della provincia di Chieti, raccolto su uno sperone roccioso che domina la Valle dell’Aventino. I peperoni caratteristici della zona sono di taglio piccolo, a corno, di un rosso intenso, chiamati nel dialetto locale “a cocce capammonte” (a testa all’insù), proprio perché il vegetale è curvato verso l’alto. Questa spezia è utilizzata per una grande varietà di piatti, dagli antipasti, ai primi, ai secondi, alla ricetta pizz e foje, ed è un elemento principale nel condimento di insaccati vari e del salume anch’esso tipico d’Abruzzo, la ventricina. La polvere può essere usata per condire varie tipologie di pasta o per preparare diversi insaccati della tradizione abruzzese.
La storia del peperone
Il peperone (Capsicum annum) è un ortaggio proveniente dall’America del Sud che ha fatto la sua comparsa sulle tavole europee a partire dal XVI secolo. Esso consiste in una tipologia morfologica tipica di peperone dolce – Tipo “Paesanello di Altino” o “A cocce capammonte” con i frutti rivolti verso l’alto. Nel volume “Origine e storia delle piante coltivate in Abruzzo” di Aurelio Manzi si riscontra una citazione storica datata 1752 dove si fa riferimento ad un atto notarile di compravendita in cui la pianta viene citata con il nome di “peparoli”. Altri documenti successivi attestano il commercio di questi frutti per uso alimentare a Lanciano e in altri centri della Provincia di Chieti. Nello stesso testo si racconta che nella vallata del Sangro, in particolare nel territorio di Atessa e nei centri limitrofi, i peperoni dolci essiccati venivano polverizzati all’interno di grossi mortai di legno denominati “piloni”.
La preparazione del peperone
La semina avviene a metà febbraio e la raccolta tra la fine di agosto alla metà di ottobre. Arrivati a maturazione, i peperoni vengono raccolti e poi infilzati con un ago e del filo spesso all’altezza del peduncolo. In questo modo si crea una lunga collana chiamata “crollo” oppure “serta”. Si lasciano essiccare all’aria aperta per diversi giorni e, evaporata ogni traccia di umidità, si tostano in forno per qualche minuto oppure si passano velocemente in olio bollente. Ricevuta la breve cottura, si sbriciolano in tagli grossolani oppure si polverizzano col mortaio rispettando la tradizione.
I risultati della ricerca
La ricerca sulle caratteristiche di composizione del peperone è stata condotta dall’Università di Chieti confrontando il peperoncino con altre varietà di presenti sul territorio abruzzese, per definire al meglio le proprietà fitochimiche e biologiche e le potenzialità nutraceutiche, mediante analisi in vitro ed in vivo. E il peperone dolce di Altino batte tutti. “In questo lavoro – si legge nell’articolo della rivista Antioxidants – il miglior contenuto polifenolico è stato rilevato nell’estratto di Soxhlet del peperone dolce, caratterizzato da una significativa proprietà antiossidante e da un’elevata attività di inibizione degli enzimi”.
La tradizione del Palio culinario
Ogni anno il centro storico di Altino torna ad animarsi per il Festival del Peperone Dolce di Altino e Palio culinario delle contrade. Sono sette le contrade concorrono per il Palio culinario e l’ambita piletta in legno: Altino, Briccioli, Fonte Lama, Fonte Mandrelle, Sant’Angelo, Le Seje quartiere e Selva. È riconosciuto come Prodotto Tradizionale Italiano dal Ministero delle Politiche Agricole e per tutelarlo, nel 2009 è nata l’Associazione di tutela del Peperone Dolce di Altino, Oasi di Serranella.
Classe 1995, nasce a Vasto (CH). Conseguita la laurea in Lettere moderne, si specializza dapprima in Filologia, linguistica e tradizioni letterarie e successivamente in Giornalismo e cultura editoriale. Ha tentato fin da subito di fare della scrittura un lavoro, collaborando con agenzie web e testate locali. Oggi attraverso Visitare Abruzzo racconta la sua regione, per cogliere gli aspetti tipici di una terra autentica e verace.