Siamo abituati a collocare San Francesco d’Assisi in Umbria (da dove viene) o nelle regioni più vicine come la Toscana (con La Verna, dove il Poverello avrebbe ricevuto le stigmate), ma c’è un rapporto profondo anche con la nostra terra. Per questo è interessante conoscere i legami che ci sono tra San Francesco d’Assisi e l’Abruzzo; legami non solo storici, ma ancora attuali.
I luoghi e i segni lasciati da San Francesco d’Assisi in Abruzzo
Protettore del Parco Sirente Velino
Forse non tutti sanno che il Parco Regionale Sirente Velino ha un patrono d’eccezione: proprio il Poverello d’Assisi (patrono anche d’Italia, degli animali, dei poeti e dei commercianti). Questo non solamente per un titolo “onorifico”, ma come conseguenza del rapporto del Santo con questa terra. La tradizione narra, infatti, che i conti di Celano ospitarono San Francesco nelle proprie proprietà e gli donarono una piccola chiesa a Castelvecchio Subequo (in provincia de L’Aquila) dove egli fece costruire un convento (ancora oggi visitabile). La presenza del Poverello d’Assisi in Abruzzo è stata accompagnata anche da due celebri miracoli, di cui il più noto è il cosiddetto Miracolo dell’Acqua, avvenuto a Gagliano Aterno.
Si racconta infatti che in questo luogo vivesse una donna (Maria da Gagliano) che chiese l’intercessione del santo per soddisfare la sua sete. A seguito di un sogno la donna si recò in un luogo lì vicino e, scavando nel terreno, trovò una sorgente d’acqua. Questa non fu solo in grado di placare la sua sete, ma fu un’acqua miracolosa (come spesso accade nella storia dei santi) e fu oggetto per molto tempo di pellegrinaggi di devoti che guarivano dalle proprie infermità. In questo luogo sarebbe sorto anche l’oratorio di San Francesco di Gagliano Aterno.
La reliquia del sangue delle stigmate
Sempre a Castelvecchio Subequo è custodita un’urna con il sangue del Santo, una reliquia preziosissima, considerando che quello è il sangue delle stimmate di Francesco. L’urna fu preparata dai conti di Celano che ricevettero una fiala del sangue proveniente dalle piaghe del Poverello e lì la custodirono, donandola nel XIV secolo al convento stesso. Nel 2013, ma ci sono testimonianze di eventi simili anche precedenti, alla presenza di diversi testimoni, il sangue contenuto nell’ampolla si è liquefatto nel giorno in cui si ricorda la ricezione da parte di Francesco delle Sacre Stimmate, mentre per tutto il resto dell’anno rimane solido.
Il convento di San Francesco è meta annualmente di numerosi pellegrinaggi anche il 28 agosto, giorno della Perdonanza Celestiniana (l’indulgenza concessa da Celestino V) durante il quale si ricordano anche i diversi miracoli compiuti dall’allora Fra Pietro da Morrone mentre era diretto dall’Eremo di Sant’Onofrio a L’Aquila per essere incoronato Papa nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio.
Il Cammino di San Francesco
L’attualità è anche quella di ripercorrere i passi di San Francesco d’Assisi attraversando in lungo e in largo l’Abruzzo. È possibile farlo tramite il celebre Cammino di San Francesco che permette di ripercorrere i luoghi dove San Francesco, tra il 1215 e il 1216 e tra il 1221 e il 1222, probabilmente accompagnato da Tommaso da Celano (il suo biografo), fece in Abruzzo. Il sentiero permette di passare per Gagliano Aterno, Celano e Castelvecchio Subequo. Il percorso ha una lunghezza di circa cento chilometri che è possibile percorre a piedi in circa sei giorni o anche in bicicletta impiegando mediamente la metà del tempo. Il percorso completo parte da L’Aquila e passa, in dodici tappe, per Monticchio, Tussillo, Terranera, Ovindoli, Celano, Aielli, Gagliano Aterno, Castelvecchio Subequo, Monte Urano, Raiano, Pratola Peligna e Sulmona.
A ulteriore conferma di questo profondo rapporto tra San Francesco d’Assisi e l’Abruzzo ci sono le tantissime chiese e basiliche a lui dedicate sparse per tutto il territorio.
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