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Pescasseroli tra realtà e leggenda

Alla scoperta della capitale del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise

Pescasseroli è un comune situato al centro del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, esattamente nell’alta Valle del Sangro, a 1167 metri sul livello del mare. Incorniciato tra montagne e boschi centenari, il suo territorio conserva la bellezza selvaggia del paesaggio ed una straordinaria varietà di flora e fauna. Nota per essere una località molto versatile che attira turisti durante tutto l’arco dell’anno, offre attività sciistiche durante l’inverno e itinerari immersi nel verde durante l’estate.

Da tempo è nota come importante stazione di sport invernali attrezzata con cinque impianti di risalita che servono circa 20 Km di piste. È presente anche un impianto di snowtubing aperto tutto l’anno. Gli appassionati del fondo, inoltre, hanno a disposizione le piste di Opi-Macchiarvana e molti altri itinerari che iniziano proprio dai dintorni di Pescasseroli.

Il suo patrimonio storico, culturale e naturale, invece, in estate e non solo, conquista tutti coloro che amano fare attività all’aria aperta. Il centro storico cittadino, infatti, è un luogo di grande fascino caratterizzato da strette viuzze, palazzi signorili e botteghe di artigiani che producono manufatti della tradizione locale. Molti edifici sono stati realizzati in pietra locale, detta anche “pietra gentile” dal nome di una delle montagne che circondano il paese.

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, Pescasseroli

Parte della sua storia è legata alla transumanza, da qui partiva infatti il tratturo verso Candela (Foggia): si pensa inoltre che il territorio costituì il capolinea della transumanza fin dall’epoca dei Sanniti.

L’etimologia del nome, invece, si è prestata, nel tempo, a varie e diverse ipotesi: come ha ricordato Benedetto Croce, che qui è nato, nella monografia intitolata Pescasseroli, il generico “pesclum” (peschio o pesco) potrebbe come “luogo alto e ripido“, indicando nel caso specifico la cresta dove sorgono i ruderi del castello, ma il nome di Pescasseroli è legato anche a una leggenda secondo la quale un giovane eroe di nome Serolo, partito per le crociate, si innamorò di una fanciulla di nome Pesca, la quale, separata dal giovane da varie vicende, lo cercò ovunque nella zona, fino a Castel Mancino, dove però fu uccisa dal feroce barone del castello, padre di Serolo. Il giovane morì di dolore e sulla sua tomba fu costruita Pescasseroli.

Torri di Castel Mancino

Che sia realtà o pura finzione, oggi attraverso un itinerario escursionistico possiamo ripercorrere i passi della dolce fanciulla Pesca. Da via Castello, infatti, siamo indirizzati verso il sentiero B3 che conduce, attraverso un bosco di conifere e pini neri introdotti da un rimboschimento artificiale, alle rovine di Castel Mancino: vi si accede dopo 20-30 minuti di cammino. La fortificazione è un castello, con mura perimetrali, una torre più grande (mastio), e tre torri minori. Il castello fu costruito nel IX-X secolo con l’intento di difendere la popolazione dalle incursioni di Saraceni e Ungari.

Battaglie e terremoti hanno portato a successive ristrutturazioni fino al definitivo abbandono. Il sito si trova sul rilievo che domina la conca di Pescasseroli, tra i 1275 e 1332 metri sul livello del mare. Da qui possiamo godere di una vista incantevole sul paese e sui monti circostanti prima di riprendere il nostro cammino tra gli itinerari d’Abruzzo.

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