I film con Bud Spencer e Terence Hill restano nel cuore di tantissimi. Tra questi “Lo chiamavano Trinità” e “…continuavano a chiamarlo Trinità” sono divenuti veri e propri classici della cinematografia italiana.
Tuttavia, pochi sanno che alcune delle scene non furono girate nel selvaggio West, bensì in uno dei territori paesaggisticamente più spettacolari d’Abruzzo: l’altopiano di Campo Imperatore, noto come il piccolo Tibet, nel cuore del parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, un luogo caratteristico e ricco di storia. Tra il 1970 e il 1971, quindi, molte delle immagini destinate a restare immortali (come quella della fagiolata), sono state girate proprio nel cuore della nostra regione.
“Lo Chiamavano Trinità” è il film che ha inaugurato il cosiddetto genere spaghetti-western ed è uscito nelle sale nel 1970 con incassi da record. È la storia di due fratelli pistoleri, Trinità e Bambino, razziatori di bestiame, che decidono di aiutare una comunità di Mormoni, osteggiata da un allevatore di cavalli il quale vorrebbe impadronirsi, con la forza, della vallata in cui si sono stabiliti. Ebbene, quella vallata non si trova nelle praterie americane bensì in un piccolo paese del Lazio di circa 500 abitanti, Camerata Nuova, situato all’interno del Parco dei Simbruini.
Il sequel “… continuavano a chiamarlo Trinità”, invece, è girato prevalentemente in Abruzzo presso Campo Imperatore, nella zona del Gran Sasso. Nel secondo film il furbo Trinità e il fratello Bambino si spacciano per agenti federali e cercano di farsi dare soldi dai frati. Nella scena iniziale, in cui è ben riconoscibile l’altopiano di Campo Imperatore, Bambino si imbatte in un gruppo di fuorilegge e ruba loro fagioli e cavalli. È questa una delle scene destinate a rimanere più impresse nei decenni, assicurando alla coppia di attori un successo senza precedenti.
Tuttavia, a partire dagli anni Ottanta del XX secolo, tutto il comprensorio aquilano del Gran Sasso d’Italia è stato utilizzato come ambientazione per numerose produzioni cinematografiche, ricevendone un discreto ritorno turistico e di immagine. Il primo lungometraggio, ad esempio, è ambientato a Rocca Calascio: Amici miei – Atto IIº (1982). Successivamente, è stata la volta del film Ladyhawke (1985) in cui sempre la rocca rappresentava il rifugio dell’eremita impersonato da Leo McKern.
Ma nella stessa location si ospitò anche il set de Il nome della rosa (1986), con Sean Connery, vincitore di numerosi premi internazionali. Rocca Calascio è visibile anche in alcune scene del film The American (2010) con George Clooney, interamente girato nella provincia dell’Aquila, in particolare tra Sulmona, Castel del Monte, Capestrano, Calascio e Castelvecchio Calvisio.
Classe 1995, nasce a Vasto (CH). Conseguita la laurea in Lettere moderne, si specializza dapprima in Filologia, linguistica e tradizioni letterarie e successivamente in Giornalismo e cultura editoriale. Ha tentato fin da subito di fare della scrittura un lavoro, collaborando con agenzie web e testate locali. Oggi attraverso Visitare Abruzzo racconta la sua regione, per cogliere gli aspetti tipici di una terra autentica e verace.