Chi si occupa di raccontare l’Abruzzo ha il vantaggio non indifferente di poter parlare di tante unicità. Territorio, enogastronomia, storia, paesaggio; l’Abruzzo condensa nei suoi circa 11000 chilometri quadrati di superficie una serie impressionante di caratteristiche che non si trovano altrove. L’aspetto curioso di questa terra e regione è che apparentemente risulta uguale a tante, ma in realtà si differenzia per la naturale creatività con cui le caratteristiche che la contraddistinguono convivono tra loro.
È una zona tra terra e mare, tra colline, campagne, paesaggi costieri e profili montuosi; tutto insieme senza che questa enorme varietà risulti sconclusionata. Tutto ha un senso, tutto ha un ordine. I cui effetti possono e devono essere ascoltati, accolti, interpretati, compresi, lavorati e raccolti, per restituire agli uomini che abitano questa terra (e non solo) tutto l’insegnamento tratto.
All’interno del forno d’Abruzzo
Tutto quanto abbiamo appena raccontato può essere perfettamente applicato come descrizione del cosiddetto Forno d’Abruzzo. Siamo a Ofena, in provincia de L’Aquila, nel Forno d’Abruzzo, ovvero l’altopiano sito all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo e dei Monti della Laga che domina il cosiddetto Calderone, l’unico ghiacciaio appenninico e il più meridionale di questa parte di emisfero. Un’unicità straordinaria sia dal punto di vista territoriale che climatico che determina condizioni privilegiate per poter coltivare il vino, uno dei migliori effetti di quel lavoro di ascolto, accoglienza, interpretazione, comprensione e raccolto di cui abbiamo detto all’inizio.
Il Forno d’Abruzzo è una zona che d’estate raggiunge temperature molto elevate (da qui l’origine del nome). Questo fenomeno è prodotto dalle colline non molto alte e dall’esposizione a sud di questa zona. Parallelamente ci sono anche scarsissime precipitazioni che causano un clima molto secco che ha l’effetto anche di una vegetazione piuttosto povera.
Sono molti i vignaioli che hanno deciso di scommettere su questo territorio e su questo microclima per la produzione dei loro vini.
Il miglior pecorino d’Abruzzo
È in questa zona che nascono alcuni dei migliori vini abruzzesi, precisamente il celebre Pecorino. Parliamo di un vino dal colore giallo paglierino che restituisce tanta passione. Non è solo un modo di dire, infatti l’odore è proprio quello di pompelmo e frutto della passione, per una struttura piena e un sapore fresco. È un vino consigliato per le giornate estive, da sorseggiare sia come aperitivo che in abbinamento a crostacei, piatti di pesce crudo e carni bianche. Un vino amichevole, da gustare in compagnia, ammirando il tramonto della costa abruzzese o godendo della brezza leggera di una serata d’estate.
Anche il nome di questo vino, il pecorino, è probabilmente legato a un’altra vena caratteristica dell’Abruzzo: l’attività dei pastori. Sembra infatti che durante la transumanza le pecore amassero mangiare questo tipo di uve, gradendone probabilmente la particolare dolcezza. Da qui l’attribuzione del nome e l’inizio di una storia grandiosa che ancora oggi riesce a suscitare attenzioni ed emozioni.
Una storia che i tanti vignaioli abruzzesi continuano a tramandare consolidando il proprio primato tra le eccellenze dei produttori di vini abruzzesi. Una storia, ancora, che continua a imbottigliare un vino meraviglioso, unico, dal carattere tipico abruzzese. Una meraviglia da portare in tavola, in ogni occasione.
Sono nato nel maggio del 1986 in provincia di Roma. Laureato in Lettere, amante della lettura, della scrittura e di tutto ciò che la lettura e la scrittura possono significare nel mondo del web. Sono attivo sui maggiori social network.