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Una Presentosa per impreziosire San Giovanni in Venere

È di Francesco Carullo la firma del simbolo dell’arte orafa abruzzese realizzato in legno

Una riproduzione in legno della Presentosa, capolavoro dell’arte orafa abruzzese, realizzata dall’artista Francesco Carullo, è stata posizionata a Fossacesia su un terreno al confine della strada provinciale Panoramica ai piedi dell’abbazia di San Giovanni in Venere.

L’installazione è visibile dalla balconata dell’area monumentale dell’abbazia con sfondo il Golfo di Venere e la costa dei Trabocchi fino a Punta Penna. Ben 80 i pezzi che compongono il manufatto di oltre 12 metri di diametro che impreziosiscono l’incredibile paesaggio di cui si può godere dalla collina sul mare. Un’altra iniziativa simile, inoltre, è stata intrapresa qualche giorno fa nelle acque fa del lago Sinizzo a San Demetrio Nè Vestini.

Il montaggio della Presentosa

Cosa rappresenta la Presentosa?

La Presentosa è un monile iconico, un gioiello che incarna pienamente l’Abruzzo, un pendente di origine settecentesca, vero e proprio capolavoro di arte orafa, divenuto famoso per la descrizione che ne fa Gabriele D’Annunzio nel “Trionfo della morte”:

“Portava agli orecchi due grevi cerchi d’oro e sul petto la Presentosa: una grande stella di filigrana con in mezzo due cuori”

La Presentosa è un tripudio di simboli, di valori tradizionali ma anche di valenze scaramantiche. Si tratta di una grande stella di filigrana quasi sempre con uno o due cuori al centro, legati spesso da una mezzaluna o una chiave e talvolta con piccoli rubini rossi incastonati a raggiera. La Presentosa prende ispirazione dai grandi rosoni delle chiese medievali, ma si riconoscono anche negli elaborati disegni all’uncinetto e si possono trovare ovviamente affinità simboliche con gioielli antichi perché il sole è da sempre un simbolo di vita e benessere universalmente rappresentato, divinizzato da molte civiltà.

Il ciondolo che si offriva in dono, era un “presente” (da cui il nome) che nella sua valenza sacra proteggeva gli affetti più cari, dava fortuna a chi l’indossava con la promessa di felicità e amore e la sicurezza di una prospera vita comune. Oltre ai due cuori centrali, troviamo spesso il nastro, simbolo del legame, riprodotto a forma di piccola mezzaluna che lega insieme i due cuori. Le prime Presentose furono realizzate ad Agnone (che fino al 1811 era nel territorio abruzzese) e a Guardiagrele. Successivamente, questa particolare lavorazione si diffuse soprattutto in area frentana, peligna e nell’aquilano.

Presentosa
Presentosa

Dagli studi dell’antropologa Adriana Gandolfi si evince che gli orafi nel realizzare questo monile elaboravano il loro stile a seconda dei luoghi di produzione: le Presentose aquilane, ad esempio, portano fiammelle all’apice dei cuori, come i cuori di Gesù e Maria ardenti d’amore, ad Agnone, invece, tra i due cuori si fanno sgorgare gocce di passione o gocce di sangue. Sulle Presentose di Sulmona si trova una chiave che unisce i cuori.

Un’altra particolarità la osserviamo a Pescocostanzo dove i maestri orafi preferiscono realizzare un unico cuore anziché due, ma in questo caso non vi troveremo la famosa luna crescente che caratterizza, invece, le Presentose prodotte ad Agnone, a Guardiagrele e a Scanno dove dai primi del Novecento venne introdotta dall’orafo Armando Di Rienzo.

Un’ultima particolare Presentosa è un’altra varietà scannese nata, in questo caso, nella bottega Rotolo dove il gioiello anziché essere forgiato in filigrana è realizzato in fusione con l’osso di seppia. Ancora oggi questo monile identifica la nostra terra con i suoi significati profondi e la sua innegabile raffinatezza e l’istallazione in prossimità dell’abbazia di San Giovanni in Venere ne è un’ennesima e tangibile testimonianza.

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