Un sapore deciso, convincente e intrigante; è questo quello che ci vuole su tante pietanze da portare in tavola per godere a pieno delle bontà di tantissime ricette. Sono sempre tanti, tantissimi, coloro che amano così tanto il sapore del peperoncino da metterlo su qualsiasi pietanza. Questa passione è la dimostrazione di come il sapore dei peperoncini sia trasversale e non limitato solamente a questo o quel piatto. Il nostro territorio ha dalla sua anche una grande tradizione, con l’eccellenza dei cosiddetti diavoletti abruzzesi, una particolare tipologia di peperone piccante.
I diavoletti abruzzesi
Ad Altino, in provincia di Chieti, annualmente (durante l’ultimo fine settimana di agosto) si celebra il Festival del Peperoncino Dolce, per omaggiare e gustare in tutte le sue forme, un prodotto tipico della nostra terra. Una produzione talmente nota, diffusa e amata da essere inserita nell’Atlante dei Prodotti della Tradizione della regione Abruzzo, per un riconoscimento non solo della bontà, ma anche della qualità di questo prodotto. I peperoncini piccanti secchi sono una delle migliori espressioni dei diavoletti abruzzesi, ideali per condire le varie pietanze e per regalare ai propri piatti quel tocco di colore e sapore unico e incredibile che solamente questo ingrediente sa regalare.
Il peperone dolce di Altino è facilmente riconoscibile per la forma di un cornetto e per essere particolarmente carnoso. Inoltre è noto perché i suoi frutti crescono rivolti verso l’altro (a cocce capammonte dicono gli abruzzesi). Per rimanere in ambito dialettale è possibile sentir parlare del peperoncino piccante anche come lu piccant, diavolicchio, lazzaretto o l’amaro.
Il peperoncino piccante ha diverse produzioni; quella di essiccarlo serve a conferirgli un sapore ancora più intenso e deciso. Questo carattere deciso è ideale per accompagnare non solamente i primi piatti di pasta, ma anche le carni tipiche abruzzesi (la Ventricina su tutte), così come le verdure e i piatti di pesce.
La dolcezza del piccante
Dolce non è il contrario di piccante e anche il peperoncino, tradizionalmente considerato come l’ingrediente più infuocato da utilizzare in cucina, sa regalare questo tipo di sapore. Importato in Europa dalle spedizioni di Cristoforo Colombo (prima del XV secolo era sconosciuto nel Vecchio Continente), il peperoncino ha dovuto attendere diverso tempo prima di ottenere il giusto riconoscimento. Tanto che all’inizio della sua “storia europea” era considerato la droga dei poveri, in quanto i ricchi continuarono a preferirgli il pepe nero, considerato più raffinato ed esclusivo.
La diffusione del diavoletto è attestata in diverse regioni italiane (soprattutto del meridione), e sono diversi gli autori che ne hanno celebrato la potenza gustativa. Il nostro D’Annunzio li definì rossardenti diavoletti folli parlando di loro in un’ode in cui esaltava la bontà del brodetto di pesce che si prepara sulla costa adriatica della nostra regione.
Il peperoncino si presenta in diverse varianti cromatiche (verde, rosso, giallo, marrone), ma questo non sta a indicare (a differenza di quanto si crede diffusamente) la diversa intensità del sapore piccante. Questa dipende dalla quantità di capsicina presente all’interno di ogni peperoncino.
Una produzione autoctona
Come abbiamo già avuto modo di anticipare l’eccellenza dei prodotti abruzzesi è data non solamente dall’unicità di tanti ingredienti, ma anche dalla loro genuinità. Nel caso dei peperoncini piccanti secchi parliamo di una produzione figlia di coltivazioni di varietà autoctone, dove tutto l’Abruzzo concorre, con la sua terra, il suo clima e la passione di un lavoro artigianale, a rendere questo ingredienti un piccolo tesoro da disseminare in ogni piatto, per regalare ai propri ospiti il tesoro di un cibo dal sapore unico e inconfondibile.
Sono nato nel maggio del 1986 in provincia di Roma. Laureato in Lettere, amante della lettura, della scrittura e di tutto ciò che la lettura e la scrittura possono significare nel mondo del web. Sono attivo sui maggiori social network.