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Riti e tradizioni in onore di San Giuseppe in Abruzzo

Riti San Giuseppe Abruzzo

Con l’arrivo del mese di marzo si avvicina la festa di San Giuseppe in Abruzzo, una tradizione molto sentita che rappresenta la celebrazione del ruolo del padre, in ricordo del fardello assuntosi da San Giuseppe, falegname, nei confronti della Madonna e del Bambino Gesù. Caratteristica comune in Abruzzo è la celebrazione della nascita di Gesù e della sua cura da parte del Padre Falegname con un sontuoso banchetto, in cui si degustano le “zeppole di San Giuseppe” oltre a dei pani benedetti. Vediamo la tradizione in diversi Comuni abruzzesi:

San Giuseppe in Abruzzo

A Dogliola il 19 marzo, di sera, si raduna nella chiesa per partecipare alla liturgia in onore del santo, dopo la cerimonia c’è la benedizione dei panicelli di San Giuseppe.

A Rocca Pia si celebra la festa patronale di San Giuseppe, si accendono falò per il paese, con canto di inni sacri. Alla fine dei falò i carboni vengono riportati nelle case in segno di speranza e fortuna, in ricordo dell’addio all’inverno per accogliere la primavera. La tradizione culinaria vuole la preparazione di cotiche e fagioli e le zeppole locali, dolci di pastafrolla fritta ricoperti di zucchero, detti “Cartellate”.

A Casalanguida nella chiesa madre si omaggia il santo, patrono della Confraternita della “Buona Morte” che porta in processione il Cristo morto, e si benedicono i pani.

A Caruscino, frazione di Avezzano costruita nel 1951, si riaprono 5 forni antichi fatti costruire apposta dal principe Alessandro Raffaele Torlonia nel 1875. per rifocillare gli operai addetti al prosciugamento del lago Fucino, e dopo le preghiere al santo, c’è la benedizione dei pani e delle patate.

A Sulmona la festa è legata alla maturazione del raccolto, dei capi delegazione dei vari Sestieri del centro storico, si riuniscono in piazza Garibaldi, la piazza del mercato, e preparano dei pani che vengono benedetti e distribuiti, insieme al dolce della “zeppola”, pasta lievitata e fritta con zucchero e creme varie.

A Monteferrante si tiene una delle feste più caratteristiche d’Abruzzo legata a questo Santo. La sera del 18 marzo le famiglie allestiscono nelle case un tavolo largo, addossato al muro, ponendo l’immagine del santo, imbandendo la mensa di paste, verdure, pesci, dolci, frutta, e i dolci delle zeppole. Il cibo è messo a disposizione di ospiti e pellegrini, aprendo le porte delle case; i pellegrini ringraziano e lasciano offerte; per tale motivo, visto che sono molte, la ricorrenza a Monteferrante prende il nome di “Tavole di San Giuseppe”. Le offerte sono devolute alla parrocchia di San Giovanni Decollato, dove si tiene la messa speciale in onore di San Giuseppe.

A Fara San Martino organizzano un falò nella piazza comunale, mentre all’Aquila è tradizione la Panarada, anche se oggi è raramente celebrata. La venerazione in città per il santo è molto forte, dato che fu istituita nel XVII secolo una Confraternita dei Padri Minimi, presso l’oratorio di San Giuseppe dei Minimi. Compito dei confratelli era quello di seppellire i morti, e anche all’Aquila il concetto di rigenerazione dopo la morte dell’inverno prevede durante il giorno della festa delle abbondanti tavolate. Fu girato anche un servizio dell’Istituto Luce negli anni ’60, in cui si mostrava come nei ristoranti più clue del centro storico, sul corso Vittorio Emanuele, si imbandivano le tavole con oltre 20 portate, da ricominciare una volta terminato il primo giro, fino a tarda serata.

 

Immagine in evidenza: thanks to vaticannews.va

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