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Remo Rapino torna in libreria con le sue “Cronache dalle terre di Scarciafratta”

Lo scrittore lancianese è stato vincitore del Premio Campiello 2020 con “Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio”

Remo Rapino

Vincitore del Premio Campiello 2020, lo scrittore lancianese Remo Rapino torna nelle librerie con il suo nuovo romanzo “Cronache dalle terre di Scarciafratta”, edito per la casa editrice romana Minimum fax, la stessa che ha pubblicato nel 2019, dello stesso autore, “Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio”.

Nel romanzo Rapino prosegue con la sua sperimentazione linguistica, felicemente avviata con  la trovata del linguaggio “liboriano”, cifra identificativa di Liborio Bonfiglio, personaggio che  si esprime attraverso un impasto, sapientemente dosato dallo scrittore, di italiano e dialetto, un idioma “guasto e meticciato” come l’ha definito più volte l’autore.  

La trama del libro

Cronache dalle terre di Scarciafratta - Remo Rapino

Scarciafratta è una Macondo d’Abruzzo. Inerpicata tra i crinali dell’Appennino, è un teatro di fantasmi e di visioni. Un terribile terremoto, la Cosa Brutta, l’ha svuotata. Le case sono ridotte a pietre che rotolano e si sfarinano, ma continuano a parlare.

Sulla Rocca resiste per anni soltanto un uomo, Mengo, seduto su un uscio sotto un cencio di luna insieme a Sciambricò, un cane pastore di quindici anni dagli occhi chiari. Scavando tra le macerie della scuola ha trovato i quaderni dei bambini, e anche un registro dell’Ufficio anagrafe che un impiegato «sfastognato di timbri a bollo tondo e di certificati» aveva riempito di nomi, date, nascite, morti e sposalizi, di tutte le storie perdute del paese. Alla fine della sua vita, per «ridare voce a quelli sommersi dalla morte», Mengo le trascriverà una per una, a Villa Adriatica, la casa di riposo dove viene ricoverato. Fino all’alba del 21 luglio 1969, quando Neil Armstrong e Edwin Aldrin sbarcano sulla luna, e lui termina di scrivere l’ultima lettera.

Proseguendo lungo il sentiero inaugurato da Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, in questo romanzo corale Remo Rapino continua a raccontarci tra risa e lacrime l’epopea degli ultimi, degli «spasulati» e dei folli della sua regione, e a restituire la dignità di un nome a chi è stato derubato anche della memoria.

Altri libri di Remo Rapino

Rapino è anche autore di “Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio” con cui ha vinto il Premio Campiello 2020 e risultato finalista al Premio Napoli e candidato al Premio Strega. Il romanzo racconta uno spaccato del Novecento attraverso lo sguardo del protagonista, Bonfiglio Liborio, considerato una «cocciamatte», ossia il matto del paese che tutti scherniscono. Al romanzo è stato dedicato anche il docufilm Gli occhi di Liborio, diretto da Antonio D’Ottavio, che si è aggiudicato il Pegaso d’oro ai prestigiosi Premi Internazionali Flaiano 2021. (Leggi di più)

Ha pubblicato, inoltre, Dissintonie (1993), La vita buona (1996), Caffetteria (1998), Cominciamo dai salici (2002), Un cortile di parole (2006), I ragazzi che dicevano okay e Il salice, il grano, la rosa (2011), Esercizi di ribellione (2012), Quaderni, storie di calcio quasi vere (2015), Vite di sguincio (2017) e le raccolte di poesia La profezia di Kavafis (2003) e Le biciclette alle case di ringhiera (2017).

Chi è Remo Rapino

Remo Rapino è nato a Casalanguida, in provincia di Chieti. Risiede a Lanciano (CH) dove è stato docente di filosofia e storia nel locale liceo. All’attività da docente, accompagna sin dal 1993 l’attività di scrittore e poeta.
Immagine in evidenza: https://www.world-today-news.com/

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