Quando si fa riferimento all’eccellenza enogastronomica diventa sempre più complesso stabilire se c’è qualche prodotto che spicca rispetto agli altri. Eppure sono diverse le ragioni che portano a considerare il Pecorino e il Montepulciano, le maggiori espressioni dell’Abruzzo.
Yin e yang del gusto
Riprendendo l’antica filosofia cinese dello yin e yang, possiamo guardare al Pecorino (celebre vino bianco) e al Montepulciano (altrettanto celebre vino rosso), come le due facce della stessa medaglia: ovvero quella del gusto. Prodotti molto diversi tra loro, caratterizzati probabilmente più da differenze che da elementi in comune, ma tra questi c’è la terra di produzione, l’Abruzzo appunto, che crea un meraviglioso legame.
La bellezza dei vini abruzzesi è anche quella di poter trovare numerose versioni della stessa tipologia di ino in base alla zona di produzione. In un fazzoletto di terra, in pochi chilometri quadrati di superficie, si può assaporare tutto il gusto e la differenza della zona montuosa dell’entroterra, fino a quella costiera, passando per quella collinare dolce che fa da tramite tra le due.
Il Pecorino
Un vino autoctono di grandissima e antichissima tradizione (tanto da essere menzionato da Catone il Censore nel II secolo a.C.), caratterizzato da un profumo intenso e da un gusto fresco. Il Pecorino è un vino con un’alta gradazione alcolica, figlia delle uve particolarmente zuccherine. La vendemmia di queste uve avviene più tardi rispetto ad altri tipi di vini per poi affinare la produzione in legno; processo che restituisce un colore giallo quasi dorato. Questo è un vino che offre il meglio di sé in abbinamento alle carni bianche, al pesce e ad altri prodotti tipici della cucina abruzzese, come i tartufi e i funghi.
Il Montepulciano
Non si riesce a parlare dell’Abruzzo senza fare riferimento a una delle sue più note espressioni da servire in tavola; ovvero il Montepulciano. Questo è un vino rosso morbido, delicato e fruttato, famosissimo anche fuori dai confini nazionali. È un vino dal caratteristico colore rosso rubino e dal gusto inconfondibile, con un tratto di selvaticità che lo rende ancora più suggestivo, a tratti sensuale. Questo è un vino perfetto per numerosi piatti, soprattutto a base di carne e particolarmente ricchi e sostanziosi, come gli arrosti e le grigliate di carne, ma anche i formaggi stagionati.
La tradizione vinicola abruzzese
Jim Morrison diceva che: “Il semplice gesto di aprire una bottiglia di vino ha procurato più felicità all’umanità di tutti i governi della storia mondiale. Il gusto è un mistero che trova la sua migliore espressione nel vino.” Perché il vino rappresenta gioia, consolazione, condivisione, riflessione, dolcezza e narrazione. Aprire una bottiglia di vino è iniziare una storia, i cui racconti e i cui dettagli sono stimolati dalle caratteristiche gustative di ogni singola bottiglia. Perché ogni bottiglia è storia a sé e ogni bicchiere di vino è entrare a far parte della grande storia del mondo, quella le cui sfumature meritano di essere raccontate.
Oggi vi è una grande riscoperta e valorizzazione dei vitigni autoctoni, di quelle produzioni locali capaci di esprimere un’unicità e una varietà che una produzione industriale non riuscirà mai a emulare. E sono tanti i produttori abruzzesi, anche giovani imprenditori, che hanno scelto di investire sulla loro terra e su uno dei frutti migliori che essa è in grado di donare: il vino. E nel caso specifico il Pecorino e il Montepulciano.
A ragione, quindi, consideriamo il Pecorino e il Montepulciano come le principali espressioni della tradizione vinicola dell’Abruzzo. Due re che accolgono i propri commensali nella grande sala del regno dell’Abruzzo, dove vengono servite le primizie locali e dove ognuno, nativo o forestiero, riesce a sentirsi pienamente a casa propria.
Sono nato nel maggio del 1986 in provincia di Roma. Laureato in Lettere, amante della lettura, della scrittura e di tutto ciò che la lettura e la scrittura possono significare nel mondo del web. Sono attivo sui maggiori social network.