Non c’è festa di San Giuseppe senza zeppola soprattutto se è quella aquilana!
Che sia al forno oppure fritta la zeppola è diventata un po’ il simbolo di questa giornata e spesso viene associata anche alla festa del papà che è lo stesso giorno il 19 marzo.
Se ne possono gustare di ogni tipo e farcitura, per lo più sono preparate a partire da un impasto di pasta bignè (cotta al forno o anche fritta), farcita all’interno con crema pasticcera e decorata esternamente con crema, amarene ed zucchero a velo. La ricetta che che vi lascerò nell’articolo non sarà però delle zeppole classiche le zeppole aquilane
La storia
Molto popolari nella zona vesuviana, anticamente venivano preparate direttamente nelle strade. L’origine del dolce è incerto ma la prima ricetta fu ritrovata in un trattato di cucina di Ippolito Cavalcanti del 1837.
Si preparano in occasione della festa di San Giuseppe in tutta la penisola ed anche in Abruzzo le troviamo in vendita nelle varie pasticcerie nel giorno del 19 marzo. Esiste però una città in Abruzzo dove alla richiesta di una zeppola non vi serviranno il classico bignè farcito ma una ciambella fritta ricoperta di zucchero semolato.
Le zeppole aquilane infatti sono totalmente diverse dalle zeppole che conosciamo di solito; quelle che di norma si trovano tutto l’ anno nei bar, le ciambelle fritte, a L’Aquila si preparano principalmente nel giorno della festa del papà.
L’unica differenza tra la ciambella fritta del bar e la zeppola aquilana sta nella chiusura della pasta lievitata, perchè nelle zeppole aquilane non si ha una forma perfettamente tonda ma si fa un “fiocchetto” alla base.
La ricetta
- Difficoltà: media
- Tempo di preparazione: 30 minuti
- Tempo di riposo+ cottura: 2 ore e più
- Porzioni: 8-10 persone
INGREDIENTI:
- 1 uovo
- 1 patata lessata ( circa 150g)
- 100 ml di acqua
- 100 ml latte
- 8 g di lievito di birra
- 230g forte – tipo manitoba
- 100g 00
- 20 g di semolino
- buccia di 1/2 limone biologico
- 1 cucchiaino di miele
- 50 g di burro
- 50 g di zucchero
- 1 pizzico di sale
- 2 cucchiaini di mosto cotto (facoltativo)
- Per friggere e guarnire
- olio di semi ( io uso quello di arachidi)
- zucchero semolato q.b
Il procedimento
Lavate, bollite e schiacciate una patata ( dovete pesarne 150 g già lessata). Sciogliete nell’acqua il lievito di birra. Nel frattempo inserite nella planetaria le farine setacciate, il semolino, lo zucchero, la bucchia di limone grattugiato ed il miele.
Aggiungete anche i liquidi: il latte, l’acqua con il lievito sciolto ed il mosto cotto. Fate andare a bassa velocità con la frusta K; dopo una prima impastata aggiungete l’uovo ed un pizzico di sale. Per finire unite il burro morbido in più riprese ed usate ora il gancio ad uncino fino ad incordare l’impasto. Fate lievitare in un luogo asciutto e al riparo da fonti di aria fino al raddoppio ( almeno 2 ore)
Spolverate il piano di lavoro con della farina ed allargate leggermente l’impasto con le mani. Prendete un pezzetto di impasto e formate dei cilindretti. Chiudete ogni zeppola formando una specie di “fiocchetto” (come in foto). Fate lievitare per un’altra mezz’ ora e poi friggetele in abbondante olio pochi pezzi per volta.
Una volta cotte, fatele asciugare su carta assorbente e passatele nello zucchero semolato e gustatele calde calde!
Consigli
Nella zona aquilana ed anche in tutto l’Abruzzo il mosto cotto si trova facilmente, se non lo trovate potete ometterlo o sostituirlo con un aroma tipo rum o altri vini liquorosi.
Per un ottima frittura ricordate di usare sempre una pentola a bordi alti, in modo che l’olio copra la zeppola su tutti i lati e cuocete sempre pochi pezzi per volta, in questo modo l’olio rimarrà più o meno a temperatura costante.
La temperatura di frittura dovrebbe essere intorno ai 170°.
{foto e ricetta del blog Cappuccino e Cornetto}
Ciociara di origine, abruzzese per devozione e romana per adozione,
Fedora Si definisce “pasticciera pasticciona” e nel web è conosciuta come Cranberry, proprietaria del blog Cappuccino e Cornetto. Curiosa, appassionata della vita e del buon mangiare, è sempre pronta a riscoprire i vecchi sapori e le ricette perdute, soprattutto le ricette semplici di un tempo.
Gli anni che ha trascorso in Abruzzo l’hanno portata ad amare questa terra, le sue persone, le sue tradizioni ed il suo ottimo cibo. Visitare Abruzzo è per lei il modo per far conoscere ed apprezzare questa regione anche a tavola.