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Le pagnottelle di Sant’Agata e il culto del latte in Abruzzo

pagnottelle di Sant'Agata

Tra le celebrazioni del mese di febbraio troviamo quella in onore di Sant’Agata che si celebra due volte l’anno, il 5 febbraio e il 20 agosto e la cui figura è legata al cosiddetto “Culto del Latte”. In queste occasioni vengono preparati dei pani a forma di seno, portati nella chiesa rurale a lei dedicata, che vengono benedetti e bagnati nell’acqua della sorgente adiacente. Diversamente dal passato, oggi il suggestivo rituale assume il solo significato di proteggere le donne dalle malattie tumorali.

Un po’ di storia

Sant’Agata, martire cristiana nel corso della persecuzione di Decio (251 d.C.) fu imprigionata per essere costretta ad una vita dissoluta, ma la sua resistenza e le sue virtù la condussero a vessazioni, torture ed infine al taglio delle mammelle. Il culto è molto antico, dato che fuori dalle mura di Castelvecchio Subequo in provincia de L’Aquila esiste la chiesetta di Sant’Agata, presso Fonte dei Ciuchi, documentata dal 1114, e pare che fosse eretta sopra un tempio di Ercole, sorgendo presso il vicino sito romano di “Superaequum”.

De Nino fu il primo a parlare di impianti termali in questa città romana, tanto che un canale sicuramente conduceva all’area della chiesa di Sant’Agata e alla relativa fontana sacra, avendo chiaramente poteri terapeutici per le sorgenti sulfuree, sicché i devoti immediatamente parlarono di luogo benedetto e taumaturgico, per la guarigione di alcuni mali del corpo.

Sempre Antonio De Nino, negli Usi e costumi abruzzesi, volume IV “Sacre leggende”, parla per primo del rito. Il 4 di febbraio le donne devote si recano alla fonte bagnando le mammelle, simbolo del martirio della santa, per renderle turgide e fertili, e vi benedicono anche i pani per mangiarli. La fonte infatti è sinonimo di fertilità e abbondanza soprattutto per le partorienti che devono allattare i piccoli. Il 5 febbraio si celebra la messa nella chiesa e si bacia la reliquia posta nella statua, e l’affresco del XVI secolo in stile manierista della santa.

Il culto di Sant’Agata è ancora sentito e praticato non solo a Castelvecchio Subequo, ma in diverse località abruzzesi, come Civitaluparella, dove vengono organizzati festeggiamenti in in onore della Santa o Torricella Peligna dove, in Contrada Colle Zingaro si trova la Fontana delle Sese (dei seni), che ospita una piccola statua della Santa, la cui acqua è ritenuta sacra, per la produzione del latte e la guarigione delle affezioni al seno.

Le pagnottelle di sant’Agata

La pagnotta da forno di Sant’Agata è un pane sacro espressione della tradizione e della fede popolare. Le pagnottelle vengono realizzate a coppia in modo da sembrare proprio le mammelle del martirio.

Ricetta

Le pagnotte vengono preparate sia salate sia dolci: sono impastate con farina di grano tenero della varietà locale “Solina”, macinato a pietra, patate, lievito naturale di pasta acida, olio, zucchero (oppure sale), uova e semi di anice. L’impasto viene messo a lievitare una notte, al mattino si rimpasta con uova intere (15-16 uova ogni 5 kg di farina), anice, sale oppure zucchero. Si lascia lievitare per 3 ore, si modellano le “cacchiette” e poi s’infornano per una quarantina di minuti.

È una preparazione prettamente casalinga ma, in questi ultimi anni, in occasione della ricorrenza, un forno della zona ne sviluppa una piccola produzione.

Vi salutiamo con una filastrocca tipica di Castelvecchio in onore di Sant’Agata:

«A’ji une, febbraiòle,
a’ji ddù, la Cannelore,
a’ji tré, Sante Biasciòle,
a’ji quattre, n’cè cchiù bbélle,
a’ji cinque, Sant’Agata bbélle!»

 

Immagine in evidenza: thanks to vivendostore.com

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