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Le chiacchiere abruzzesi: il dolce di Carnevale dai mille nomi

Chiacchiere, frappe, bugie, cresciole, crostoli, cenci: mille nomi per il tipico dolce italiano che unisce tutta l’Italia e che viene preparato solitamente nel periodo di Carnevale.

A Caserta si chiamano guanti, intrigoni a Reggio Emilia, rosoni a Modena, in alcune zone della Toscana diventano frappole. Pensate che solo in Abruzzo hanno tre nomi differenti: chiacchiere nella provincia di Chieti, cioffe nelle province dell’Aquila, Teramo e parte della provincia di Pescara, frappe in alcune zone dell’Aquilano. Ogni regione ha la sua tradizione e che siano coperte di zucchero, di miele o di cacao non è un Carnevale che si rispetti senza il profumo di questo misterioso dessert che affonda le sue origini nell’antica Roma.

Le origini

La loro tradizione risale a quella delle frictilia, i dolci fritti nel grasso di maiale che in epoca romana venivano preparati proprio durante i Saturnali, che secondo il calendario romano corrispondono al Carnevale. Ne venivano preparate in abbondanza in vista della quaresima e offerte ai passanti che festeggiavano per le strade. Secondo la più accreditata interpretazione la parola ‘Carnevale’ indicava proprio il banchetto che si teneva l’ultimo giorno di Carnevale, il Martedì grasso considerato il giorno di chiusura dei festeggiamenti carnevaleschi, dato che la Quaresima nel rito romano inizia con il Mercoledì delle ceneri.

Come preparare le chiacchiere abruzzesi

Gli ingredienti

  • 4 uova;
  • 500g di farina;
  • 60g di zucchero;
  • 60g di burro;
  • un pizzico di sale;
  • 1 bicchierino di grappa;
  •  olio di semi per friggere;
  •  zucchero a velo.

Preparazione

Impastare a fontana la farina, le uova, lo zucchero, un pizzico di sale e la grappa fino a formare un impasto liscio e omogeneo. Fare una palla e mettere a risposare l’impasto per circa un’oretta avvolto nella pellicola. Stendere con l’aiuto di un mattarello una sfoglia il più sottile possibile e ritagliare con una rotellina a zigzag delle striscioline.

Far scaldare l’olio e iniziare a friggere le chiacchiere poco per volta, fino alla doratura.

Scolarle e lasciarle raffreddare su carta per fritti.

Infine cospargerle di zucchero a velo e servirle.

Chiacchiere e Sanguinaccio

Nell’antichità le chiacchiere venivano anche accompagnate al sanguinaccio, in origine aromatizzato con sangue fresco di maiale, che gli forniva un caratteristico retrogusto acidulo. Dopo l’uccisione del maiale si prelevava il sangue caldo che defluiva dalla carotide in un recipiente largo. Si mescolava continuamente il sangue per circa un quarto d’ora, veniva unito al mosto cotto facendolo cuocere a fuoco lento aggiungendo a metà cottura noci e cannella.

Oggi, per motivi sanitari che vietano la vendita di sangue di maiale, la ricetta consiste in una crema al cioccolato fondente.

Come preparare il sanguinaccio

Versare in una casseruola 500g di zucchero, 200g di cacao amaro e 80g di amido di mais, e miscelateli per bene. Versare a filo 1 litro di latte e mescolare con una frusta per evitare la formazione di grumi. Profumare con la cannella e la vaniglia e mettere sul fuoco girando continuamente con un cucchiaio di legno, fino a ottenere un composto cremoso e denso. Incorporare 200g di cioccolato fondente, e 100g di burro e un cucchiaino di liquore strega. Spegnere il composto e farlo raffreddare a temperatura ambiente.

Le chiacchiere ora sono pronte da gustare!

Quanti di voi le hanno già cucinate o le cucineranno in questi giorni? Conoscete altre varianti?

 

 

Immagine in evidenza: thanks to cuochemabuone.it

 

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