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Gregorio Rotolo, casaro simbolo dei pastori abruzzesi

È venuto a mancare, a 62 anni, il maestro dell’arte casearia più famoso d’Abruzzo

Gegorio Rotolo

Originario di Scanno, Gregorio Rotolo era considerato il “custode delle montagne d’Abruzzo”. E’ scomparso nei giorni scorsi a soli 62 anni, e oggi vogliamo dedicare a lui questo articolo del nostro blog.

Questo pastore abruzzese ha dato voce alla microimprenditoria di montagna e allo sviluppo sostenibile. “Da più di 40 anni trasformo in formaggi quello che mi offre ogni giorno il Creato”. Si era presentato così il “testimone della mitica transumanza”.

Chi era Gregorio Rotolo

Conosciutissimo anche fuori dai confini regionali, Rotolo era famoso per essere diventato il simbolo dell’arte casearia abruzzese. Ha saputo, infatti, portare alla ribalta internazionale la pastorizia praticata nel Parco nazionale d’Abruzzo (Pnalm) e i formaggi tipici locali insegnando queste tradizionali tecniche di produzione persino ai palestinesi e ai neozelandesi.

Il suo “Pecorino Gregoriano”, prodotto a mano a La Prata verso Passo Godi, è un presidio Slow Food e ha accompagnato, insieme al suo prosciutto di pecora, i grandi chef abruzzesi a Dubai e nel mondo come un vero e proprio ambasciatore del territorio. Famosa la sua ricotta Scorza Nera, un must per gli appassionati di formaggio. Ma tutti i suoi prodotti meritano una menzione, come il caciocavallo al marcetto, il trittico, un caciocavallo fatto con tre tipi di latte, il Francesco (dedicato al Papa), erborinato ai tre latti, il caciocavallo barricato, il Brigantaccio, così chiamato per ricordare l’antica usanza dei briganti di rubare il formaggio ai pastori.

Il ricordo di chi lo conosceva

I formaggi di Gregorio sono nei menu degli chef stellati, da William Zonfa de La Magione Papale dell’Aquila a quelli di Niko Romito che sui social ha scritto: “Ci ha lasciato un grande amico, un uomo che ha fatto della sua vita una storia meravigliosa, una storia vera di cui ho avuto il privilegio di far parte. Ciao Gregorio, buon viaggio. Mancherai a me, ai tuoi cari, al nostro territorio, a tutti quelli che ti hanno conosciuto e a tutti i tuoi animali che chiamavi per nome, uno ad uno”.

Dal suo bio agriturismo Valle Scannese da Gregorio hanno annunciato: “Gregorio è tornato ai pascoli celesti. Non era solo un pastore, guardava il mondo con occhi diversi. E’ stato una rarità su questa Terra e ci ha lasciato un’eredità immensa che spetta a noi custodirla e coltivarla”.

Da Slow Food Abruzzo si dichiarano “onorati di averlo avuto come amico”, ma superano già quota 600 i messaggi di condoglianze e lutto per la scomparsa di questo, definito così da molti, “gigante buono”.

“Sottolineava”, ricorda il Wwf Abruzzo, “che vivere in un contesto incontaminato, ricco di biodiversità vegetale e animale, come molte zone d’Abruzzo, è una fortuna e che a noi resta il dovere di preservare questo tesoro. Disse in più occasioni che per fare il pastore si deve voler bene all’orso o al lupo, perché conosceva benissimo il valore della biodiversità delle montagne in cui le sue greggi pascolavano”.

Negli ultimi due decenni Gregorio Rotolo ha scalato le classifiche casearie di numerosi concorsi, tra i tanti fu premiato nel 2005 alla prima edizione delle Olimpiadi del formaggio di montagna, svoltasi a Saint Vincent fino alle più recenti edizioni del Premio Roma. E’ anche salito sul palco a Palazzo della Gran Guardia a Verona, alla prima di ”Bontagna: foraggio, coraggio, formaggio (latte immortale)” insieme al comico Andy Luotto, oggi ristoratore, e a Giorgio Baldan (violino) e Tiziana Tornari (arpa).

 

Immagine in evidenza: thanks to scattidigusto.it

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