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Corradino D’Ascanio, l’ingegnere abruzzese che inventò la Vespa

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Il suo sogno era far volare i suoi elicotteri, ma si ritrovò a inventare lo scooter più famoso al mondo: la Vespa Piaggio. È abruzzese Corradino D’Ascanio, l’inventore straordinario non solo della Vespa ma anche di molto altro.

Corradino D’Ascanio

Nasce nel 1891 a Popoli, in provincia di Pescara, da Giacomo e Anna De Michele. Fin da ragazzo è appassionato di aeronautica e iniziò a progettare e costruire una sorta di deltaplano che usò per lanci sperimentali effettuati dalle colline del paese. Dopo essersi diplomato nel 1909 e volendo intraprendere studi ingegneristici, si trasferì a Torino iscrivendosi al “Regio Istituto Superiore d’Ingegneria” che all’epoca rappresentava il massimo nel campo dell’ingegneria meccanica. Si laurea nel 1914 in ingegneria industriale meccanica al “Politecnico” di Torino.

Nel dicembre 1914 si arruola volontario ed entra nell’Arma del Genio, nella divisione “Battaglione Aviatori” di Torino, dove viene assegnato al collaudo dei motori e collabora all’avvio, in Italia, della produzione dei motori “La Rhone”. Sarà lui a occuparsi della prima installazione di una stazione radio a bordo di un veicolo. In seguito, venne destinato al fronte per occuparsi della manutenzione e sorveglianza del materiale assegnato alle squadriglie di volo, modificò circa 40 biplani Caudron che con il freddo venivano bloccati a terra dal congelamento dell’olio lubrificante.

Torna a Popoli per amore di Paola Paolini, nipote del Generale Giuseppe Paolini. Anche in quell’occasione dimostrò la sua grande inventiva: volendo comunicare con la sua fidanzata, durante i brevi periodi di licenza a Popoli, installò due telefoni a batteria, uno in casa sua e uno in casa di Paolina, e li collegò alla rete elettrica comunale di illuminazione che allora erogava tensione nelle sole ore notturne.

Nel 1918 D’Ascanio si trasferisce negli Stati Uniti dove costituisce una società aeronautica con il figlio di Gabriele D’Annunzio, l’ingegnere Ugo Veniero D’Annunzio, per la realizzazione di un aeroplano equipaggiato con un motore di motocicletta Harley Davidson mai entrato in produzione, motivo per cui D’Ascanio ritorna in Italia.

Il suo genio

Tante le invenzioni di D’Ascanio: dal distributore di sapone al torchio per la pressatura delle olive, dal forno elettrico per la cottura del pane e per la pasticceria alla macchina per la catalogazione e ricerca rapida di documenti e, anche, il segnalatore di eccesso di velocità per veicoli.

L’inventore abruzzese è famoso anche e soprattutto per aver brevettato nel 1925, l’elicottero a due eliche. Nel 1945 terminato il conflitto mondiale, mentre i migliori ricostruiscono l’Italia, D’Ascanio viene chiamato da Enrico Piaggio per la costruzione di un motociclo a basso costo, accessibile a tutti.

D’Ascanio non amava le motociclette, non se n’era mai occupato dal punto di vista costruttivo e come veicolo non gli piaceva. Pensò a un mezzo per chi non era mai salito su una motocicletta e odiava la sua guida difficile: ideò così la Vespa.

La Vespa Piaggio

Il modello “Vespa” rappresentò un fenomeno commerciale e di costume, in Italia come all’estero, che oltre alla sua funzione di mezzo di trasporto, avrebbe influenzato irrimediabilmente anche il cinema ed i mass media, ispirandoli con un nuovo messaggio di ‘libertà’ ed indipendenza: memorabili e da premio Oscar sono le scene del film Vacanze romane del 1953, che vedono una Audrey Hepburn avvinghiata alla schiena di Gregory Peck in sella ad una Vespa per le strade di Roma. Per non citare le influenze che tale invenzione ebbe anche sulla letteratura, ispirando una serie di libri dove la Vespa viene indicata quasi come ‘oggetto di culto’.

Brevettata dalla Piaggio nel 1946 e poi prodotta l’anno seguente con un motore a tre marce da 100cc, la Vespa, anticipando l’avvento definitivo dell’automobile, rappresentò di fatto il mezzo della prima motorizzazione di massa in Italia.

Nei 50 anni della sua storia la Vespa diverrà lo scooter più famoso al mondo con 16 milioni di esemplari prodotti in 130 modelli diversi al 2005.

Morto a Pisa il 6 agosto 1981, D’Ascanio è sepolto a Popoli nella tomba di famiglia da lui disegnata come una grande colonna spezzata.

 

Immagine in evidenza: thanks to motociclismo.it

 

 

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