Forse non tutti lo sanno, associando l’Abruzzo ad altre eccellenze enogastronomiche, ma questa è una terra anche e soprattutto di tartufi. Tanto che il tartufo bianco abruzzese è una delle eccellenze non solo regionali, ma anche nazionali. Tutto il territorio abruzzese, dalla zona della Val Roveto, a quella del Fucino, passando per gli altopiani della Marsica alle pendici del Gran Sasso, senza dimenticare la Val di Sangro, la zona del fiume Pescara e quella della vallata di Montorio, sono località dove abbonda la presenza di tartufi.
In modo particolare il tartufo bianco abruzzese è presente prevalentemente lungo i fiumi Trigno e Sangro, tra i comuni della provincia di Chieti e quelli di Pizzoferrato, Roseto e Quadri. Per gli amanti di questo spettacolare prodotto gastronomico è possibile acquistarlo direttamente in loco, godendo anche della bellezza naturalistica e paesaggistica di questi luoghi. Potete acquistare il tartufo bianco abruzzese e utilizzarlo come ingrediente di numerosissime ricette della tradizione.
Scopriamo innanzitutto alcune curiosità sul tartufo bianco abruzzese per poi comprenderne gli utilizzi in cucina, per regalarsi veri momenti di commozione gastronomica.
Alla scoperta del Tuber Magnatum Pico, il tartufo bianco abruzzese
Il nome tecnico del tartufo bianco abruzzese pregiato è Tuber Magnatum Pico e parliamo di uno dei tartufi più importanti, anche “solo” dal punto di vista commerciale, di tutto l’Abruzzo. È un tartufo dal colore crema più scuro a quello ocra più tenue e ha una superficie esterna particolarmente vellutata.
L’Abruzzo è una delle regioni con maggior produzione di tartufi, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, grazie alla peculiarità del territorio e del clima. I tartufi, infatti, abbondando ai piedi delle radici degli alberi nelle zone che hanno una buona umidità per tutti i mesi dell’anno e allo stesso tempo con il terreno soffice e ricco di calcio.
La raccolta del tartufo bianco abruzzese avviene dai primi di ottobre fino alla fine di dicembre e ogni singolo tartufo può raggiungere e superare il chilogrammo di peso.
Le diverse tipologie di tartufo abruzzese
La vocazione tartuficola dell’Abruzzo è data dalla presenza di circa trenta differenti versioni di tartufo. Dal tartufo nero pregiato al tartufo bianco pregiato passando per il tartufo bianchetto, quello uncinato, quello estivo e quello invernale. Non solo un’apologia di sapori, ma anche e soprattutto una straordinaria narrazione di storia, tradizioni, cultura e geografia di questa terra.
Portare in tavola il tartufo bianco abruzzese
A differenza di altre tipologie, il tartufo bianco abruzzese ha un sapore intenso ma molto gradevole e sfizioso. Per questo è utilizzato sia per alcune ricette tradizionali che per la rivisitazione di altre, potendo contare su una grande versatilità per utilizzarlo come ingrediente. Di per sé preferibilmente va consumato crudo, tagliando a scaglie sottilissime per essere spolverato all’interno delle pietanze che vengono preparate. Data anche l’intensità del sapore, con alcune note di piccantezza, il suo uso deve essere limitato per poterne apprezzare pienamente i sapori.
Il tartufo bianco abruzzese è ideale gustato con i formaggi, ma anche e soprattutto come condimento per la pasta, specie quella fatta a mano. In Abruzzo sono celebri le fettuccine al tartufo, così come le tagliatelle o i risotti, senza dimenticare i secondi piatti di carne, specie il filetto, soprattutto se preparati e serviti anche con i funghi.
Sono nato nel maggio del 1986 in provincia di Roma. Laureato in Lettere, amante della lettura, della scrittura e di tutto ciò che la lettura e la scrittura possono significare nel mondo del web. Sono attivo sui maggiori social network.