Una ricerca universitaria ha confermato che è l’elisir di una lunga, anzi, lunghissima vita. Appartiene alle tipicità abruzzesi e stiamo parlando dello Sdijuno. Sarà anche per il mare, la montagna, il buon cibo e l’aria buona ma l’Abruzzo è considerata terra di centenari.
Cos’è lo sdijuno
E’ il pranzo (molto abbondante) di metà mattinata dei contadini abruzzesi. Lo sdijuno (stappa digiuno) era composto da pane, formaggio, prosciutto, uova al sugo, frittate coi peperoni, minestra, tagliatelle fatte in casa in brodo, vino. Consumato alle 12, precedeva il pasto del tramonto e garantiva quindi all’organismo un periodo di semi-digiuno di circa 14/16 ore, appena attenuato dalla colazione frugale delle 5 prima di andare a lavorare. Un pasto che ancora oggi, molti anziani, usano fare perpetuando questa consuetudine fin dalla loro infanzia.
Un modello alimentare da salvaguardare
Secondo i ricercatori dell’Università di Teramo, che hanno concluso lo studio “Centenari”, sulle abitudini alimentari e sulle caratteristiche metaboliche della popolazione abruzzese tra i novanta e i cento anni, esiste un nesso tra il tipo di dieta e l’aspettativa di vita.
Il progetto, oltre agli obiettivi scientifici, vuole fornire informazioni e competenze che possano fungere da volano per campagne di valorizzazione dei rapporti tra territorio abruzzese, cibo e longevità.
In totale sono 150 i Comuni della Regione con un tasso di longevità paragonabile o superiore a quello del Comune sardo di Villagrande (che conta un alto numero di centenari). I Comuni più longevi sono localizzati principalmente nelle aree interne, in quattro aree contigue ai Parchi del Gran Sasso e della Majella e alla Marsica.
La regione Abruzzo possiede una biodiversità agroalimentare di primo piano che ha caratterizzato le abitudini alimentari della regione sin dall’antichità. Questa alimentazione del passato possiede molte similarità con la dieta mediterranea indicata come modello nutrizionale e sostenibile associato alla longevità. È anche vero che l’Abruzzo possiede dei prodotti e delle abitudini alimentari peculiari, basti pensare agli orapi di montagna, alle cicerchie, all’utilizzo delle erbe di campo e alla pratica dello “sdijunare”, che in dialetto abruzzese, significa appunto rompere il digiuno della notte.
Questa abitudine alimentare abruzzese è perfettamente in linea con le più recenti evidenze scientifiche, che hanno evidenziato l’importanza di concentrare i pasti della giornata, ma soprattutto di limitare l’apporto calorico la sera, quando il metabolismo, seguendo i ritmi circadiani, rallenta. Sulla base di queste premesse lo sdijuno abruzzese si propone come modello alimentare peculiare e ante litteram rispetto alle recenti diete del digiuno, in grado di spiegare, insieme a fattori ambientali, nutrizionali e genetici, la longevità abruzzese.
Ne avevate già sentito parlare?

Giornalista e copywriter. Studentessa universitaria di Lettere moderne. Attualmente frequento un Executive Master in Digital Marketing & Social Media Communication. Ho collaborato con il quotidiano “Il Centro” e varie testate locali online occupandomi di cronaca e interviste. Lavoro come addetto stampa presso Enti e aziende. Testarda e ironica. Mi piace tutto ciò che è arte.