Più (e forse meglio) dei monumenti e dei segni paesaggistici, la storia di un luogo, di una terra e di un popolo la si capisce perfettamente dalle tradizioni enogastronomiche. Perché anche queste sono testimonianze di una storia, spesso molto antica, che si conserva e si ripete, quasi fosse un rito religioso, ogni volta che qualcuno affonda la forchetta nel piatto e alza il bicchiere per immergersi in questa meraviglia gustativa. Un caso perfetto per l’Abruzzo è quello del liquore Ratafià. Va ricordato che questo è un liquore che è stato insignito del riconoscimento come prodotto agroalimentare tradizionale italiano per la regione Abruzzo.
Il liquore di ciliegie Ratafià
Il liquore Ratafià è uno dei digestivi più noti e diffusi in Abruzzo, tanto che spesso, nonostante la preparazione non sia tra le più semplici, viene fatto anche in casa. Le origini di questo liquore a base di visciole, amarene e ciliegie amarognole non sono però abruzzesi, ma probabilmente piemontesi. La nascita ufficiale sembra da collocare intorno al 1600 per opera dei frati cistercensi che lo diffusero poi in tutta Italia.
Le caratteristiche
Il tipico colore rossastro della Ratafià non è dato esclusivamente dalla presenza delle ciliegie e delle visciole, ma anche dal vino rosso che è parte integrante della ricetta. Il Montepulciano d’Abruzzo è uno dei vini più utilizzati per la preparazione di questo liquore. Si può gustare la Ratafià durante tutto il corso dell’anno e ha una gradazione alcolica che raramente supera i 22°, anche se molta differenza può esserci in base al tipo di produzione. Molto spesso si suggerisce di gustare la Ratafià a una temperatura compresa tra gli 8 e i 10 gradi.
Il consiglio è quello di consumare la Ratafià quando è ancora giovane, in modo da apprezzarne al meglio gli aromi impiegati per la preparazione. Tradizionalmente questo liquore si consuma in compagnia al termine di un pasto o per accompagnare l’assaggio di qualche dolce o pasticcino locale. È infatti considerato un liquore da dessert da gustare in tutta la sua dolcezza e freschezza.
L’origine del nome
Sono diverse le suggestioni e le ricostruzioni che si interrogano e si rincorrono intorno all’origine del nome Ratafià. C’è chi ritiene che questo nome sia da collegare con l’espressione latina Ut rata fiat che veniva utilizzata quando si siglava un accordo, in quanto sta a significare ‘ratificato’. Altri invece sostengono che il termine originario sia Pax rata fiat (‘la pace è fatta’) che veniva impiegata in contesti militari quando i capi siglavano un’intesa tra due forze nemiche.
In tutti i casi questo è un liquore che sancisce un accordo, che sigla una pace e che riporta armonia. Un buon augurio per tutti. Un buon motivo per gustarlo, specialmente in compagnia.
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