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Borghi fantasma in Abruzzo: storia e misteri dei paesi abbandonati

Borghi fantasma in Abruzzo

Il turismo in Abruzzo è vivo e ricco di opportunità e luoghi meravigliosi da visitare in ogni momento dell’anno. Questa vitalità, forse in maniera un po’ paradossale, si manifesta anche nei cosiddetti borghi fantasma. Scopriamo cosa sono e quali sono i più interessanti da visitare.

Cosa sono i borghi fantasma

Quando si parla di borghi fantasma si fa riferimento a quei paesi abbandonati che, un tempo abitati e fiorenti, oggi appaiono più come rovine. In questa decadenza e declino è però possibile intravedere quella che fu la vitalità del passato e oggi, anche se le città hanno subito una profonda trasformazione, raccontano molto della nostra storia. È un vero e proprio patrimonio che, nella sua unicità, va custodito.

Inoltre non sempre per borghi fantasma è da intendersi località del tutto disabitate. Non è raro in Abruzzo che ci siano aggregati urbani nei quali la maggior parte delle abitazioni (solitamente quelle del centro storico) sono state abbandonate in favore di un’altra zona. Qui, però, abitano ancora delle persone che, seppur numericamente poche, tengono viva la memoria di questi luoghi e della loro storia.

Il fenomeno dello spopolamento dei borghi abruzzesi

Lo spopolamento dei borghi è un fenomeno che interessa tutta l’Italia, non solo l’Abruzzo. Come spesso accade non esiste un’unica ragione, ma ci sono diversi fattori che nel corso del tempo hanno inciso rendendo inabitabili o non più convenienti da abitare, questi borghi. In Abruzzo non possiamo non individuare tra le principali cause la fragilità del territorio, vittima nel corso del tempo di gravi terremoti. Questi eventi sismici, insieme a quelli idrogeologici, hanno di fatto reso inaccessibili molti borghi o hanno accelerato processi di declino e abbandono già in corso.

Oltre alle cause ambientali ci sono poi tutti i fattori storici e sociali (guerre, fenomeni migratori, crisi economiche) che, come in molte altre località italiane, hanno portato a una ridefinizione della distribuzione delle persone sul territorio. Da tempo c’è poi la tendenza nel preferire le grandi città (anche per semplici ragioni di opportunità di lavoro per le nuove generazioni) rispetto alle località periferiche nelle quali a volte restano solo gli anziani, senza un sufficiente ricambio generazionale.

Dallo spopolamento al turismo: 5 borghi fantasma da visitare

Abbiamo solamente accennato alle tante cause, storiche, demografiche, economiche, infrastrutturali e sociali, legate allo spopolamento. Vediamo ora 5 di questi borghi incastonati tra le montagne e le valli dell’Appennino; luoghi che affascinano per l’atmosfera sospesa nel tempo e per il senso di mistero che li avvolge.

#1 Faraone Antico (TE)

Faraone Antico
Fonte: habitualtourist.com

Abbandonato dopo il terremoto del 1950, Faraone Antico è oggi un luogo sospeso tra passato e silenzio. Le case in pietra, ormai diroccate, vengono lentamente inghiottite dalla vegetazione, creando scenari dal fascino malinconico. Situato poco lontano dalla SS81, ai confini con le Marche, il borgo offre vedute ampie sulle colline teramane. Una meta insolita che conquista chi cerca atmosfere rare e scenari perfetti per la fotografia.

#2 Frattura Vecchia (AQ)

Frattura Vecchia
Fonte: sextantio.it

Nascosta tra le montagne che circondano il Lago di Scanno, Frattura Vecchia custodisce la memoria di un tempo interrotto. Fu quasi completamente distrutta dal devastante terremoto del 1915, e da allora il silenzio ha preso il posto delle voci degli abitanti. A quota 1300 metri, alcune abitazioni conservano ancora arredi d’epoca visibili dalle finestre socchiuse. La strada sterrata che conduce al borgo conduce anche a un panorama unico, in cui la quiete assoluta amplifica l’emozione del luogo.

#3 Lecce nei Marsi (AQ)

Lecce nei Marsi
Fonte: it.wikivoyage.org

Alle pendici dei monti del Parco Nazionale d’Abruzzo resistono i resti di Lecce Vecchio, distrutta anch’essa dal terremoto del 1915. I ruderi del castello e delle antiche case, a quota 1270 metri, emergono tra la vegetazione e rendono evidente come la natura sappia riappropriarsi degli spazi umani. Il nuovo abitato di Lecce nei Marsi sorge poco distante, ma la parte antica resta un borgo fantasma: un luogo che invita a riflettere sulla forza dei terremoti e sulla fragilità delle comunità montane.

#4 Gessopalena (CH)

Gessopalena
Fonte: abruzzoturismo.it

Il vecchio borgo di Gessopalena, scolpito nel bianco del gesso, racconta una delle pagine più dure della Seconda guerra mondiale. Nel dicembre 1943 fu devastato da una rappresaglia nazista e progressivamente abbandonato fino al 1959. Oggi le rovine, aperte ai visitatori, sono un museo a cielo aperto che parla di distruzione e di memoria. Passeggiare tra le sue strade, sospese tra storia e paesaggio, significa rivivere la forza della Resistenza e ammirare scorci che si aprono sulla Maiella e sulla valle del Sangro.

#5 Buonanotte (CH) – oggi Montebello sul Sangro

Buonanotte
Fonte: majexperience.it

Oggi si chiama Montebello sul Sangro, ma il suo nome antico, Buonanotte, resta legato a un passato segnato da frane e abbandoni. Il nome antico, Buonanotte, sopravvive nella memoria di un borgo che iniziò a spopolarsi già negli anni ’50, complice il terremoto del 1949 e le difficoltà economiche del dopoguerra. Una frana negli anni ’60 accelerò l’abbandono e spinse gli abitanti a trasferirsi nell’attuale Montebello sul Sangro. Il vecchio centro, ormai avvolto dalla vegetazione, resta un borgo fantasma: non accessibile per motivi di sicurezza, ma osservabile da punti panoramici che offrono una vista intensa e malinconica su ciò che resta del paese originario.

Scoprire, anche solo ricordare, questi borghi fantasma significa fare un viaggio nella memoria e nella parte più autentica dell’Abruzzo.

 

Immagine in evidenza: thanks to abruzzoturismo.it

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