Quarantadue stand, oltre 60 aziende coinvolte, convegni scientifici, masterclass, intrattenimenti ed eventi culturali itineranti, truck food per la degustazione di piatti a base di tartufo e la presenza di dieci buyer internazionali. Ed ancora il laboratorio del gusto con gli studenti degli istituti agrari e alberghieri abruzzesi e “Mani in pasta”, esperienza sensoriale con l’Unione italiana ciechi.
È in sintesi il cartellone della prima edizione della Fiera internazionale dei Tartufi d’Abruzzo che si terrà dal 9 all’11 dicembre all’Aquila, nel parco del Castello cinquecentesco, a ridosso del centro storico del capoluogo abruzzese, dove sono sempre più tangibili i segni della ricostruzione post terremoto del 2009. La tre giorni sul tartufo, alimento sul quale l’Abruzzo può vantare una buona tradizione, è promossa dalla Regione Abruzzo attraverso l’Azienda regionale attività produttive (Arap), nel suo ruolo di soggetto attuatore.
La Ricerca ed estrazione del tartufo in Italia, saperi e pratiche tradizionali italiane è stata iscritta nel 2021 (16.COM) nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Il Consiglio direttivo della Commissione nazionale italiana per l’Unesco ha approvato la proposta di candidatura a Patrimonio culturale immateriale della ‘Cerca e cavatura del Tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali’
Nella vetrina internazionale in cui i produttori di tartufi comunque la faranno da padrone, saranno protagonisti anche le altre eccellenze abruzzesi come zafferano, vino, olio, miele, ortofrutta, salumi e formaggi.
Il tartufo in Abruzzo
Sono otto le specie di tartufi commercializzati e presenti nella Regione Abruzzo: il Tartufo Nero Uncinato “Tuber Aestivum Vitt. Forma Uncinatum Chatin”, il Tartufo Bianchetto o Marzulo “Tuber Borchi Vitt”, il Tartufo Nero Ordinario “Tuber Mesentericum Vitt”, Tartufo Nero Pregiato “Tuber Melanosporum Vitt”, il Tartufo d’estate o Scorzone “Tuber Aestivum Vitt”, il Tartufo Bianco “Tuber Magnatum Pico”, Il Tartufo Nero Invernale o Trifola Nera “Tuber Brumale Vitt. Var. Brumale”, il Tartufo Moscato “Tuber Brumale Vitt. Forma Moschatum Ceruti”.
In Abruzzo viene prodotto il 40% dei tartufi italiani e nella regione avviene la miglior raccolta di tuberi di tutto il mondo. Solo nel Parco Sirente Velino, la produzione del tartufo coltivato si estende nella zona della Valle Subequana e in quella della Marsica settentrionale, con diverse varietà e produzioni anche piuttosto significative.
La conoscenza e l’apprezzamento del tartufo in Abruzzo affonda le sue radici all’inizio dell’800. Luigi Marra nel libro Del Tartufo riporta gli scritti di Ignazio Niccolò Vicentini il quale, nella Memoria sulla coltura de’ tartufi, recitata nell’adunanza della Società Economica de l’Aquila del dì 19 del mese di Aprile dell’anno 1828, così scrive riferendosi all’uso del tartufo: “L’aroma de’ Tartufi, e forse l’astringente sostanza che contengono, basta per conservare la carne; mentre si osserva che i polli ripieni di Tartufi non si guastano così prestamente. Il liquore coi Tartufi si fa, impregnando l’acqua dell’aroma, che dà medesimi esala, fatti in pezzi: ma conviene prepararla a freddo: perché il menomo calore ne deteriora la qualità e la delicatezza”.
Gli esempi citati dimostrano la conoscenza del tubero in Abruzzo sin da tempi remoti e, con essa, forme diverse di utilizzazione e trasformazione.
In Abruzzo sono numerosi i borghi dove degustare il tartufo. A Santa Iona di Ovindoli, a Fagnano Alto, Tione degli Abruzzi, nel borgo di Capestrano, a San Benedetto in Perillis, nei dintorni di Carsoli, nella Val di Luppa, di Tagliacozzo e nella Valle Roveto, ad Avezzano e Civitella Roveto. A Castel di Sangro, Ateleta, nel borgo di Castel di Ieri, a Rocca Santa Maria, Campli, Poggio Umbricchio, frazione di Crognaleto e Quadri.
Fanno parte dell’Associazione Le Città del Tartufo i comuni abruzzesi di Archi (Ch) e Sante Marie (Aq).
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Giornalista e copywriter. Studentessa universitaria di Lettere moderne. Attualmente frequento un Executive Master in Digital Marketing & Social Media Communication. Ho collaborato con il quotidiano “Il Centro” e varie testate locali online occupandomi di cronaca e interviste. Lavoro come addetto stampa presso Enti e aziende. Testarda e ironica. Mi piace tutto ciò che è arte.